martedì 25 dicembre 2012

Il Vischio Innamorato

C'era una volta in un castello lontano ....

come ogni favola che si rispetti anche questa comincia così ... 
però non è una favola come tutte le altre ... 
anche questa parla di un amore bellissimo ... 
però non è un amore come tutti gli altri ... 
anche questa è scritta da un sognatore ... 
però io non sono un sognatore come tutti gli altri ... 
anche questa è dedicata ai bambini di ogni età ... 
però tu non sei un bambino come tutti gli altri ... 
anche .....
- Ehi! perché non la smetti di fare lo scemo e cominci a raccontare sul serio ?
- Oops!! scusami, hai ragione ...cominciamo da capo . 
C'era una volta in un castello lontano un Principe di nome Daniel . Il Principe Daniel era un inguaribile romantico, sognava da sempre di incontrare il grande amore, ma per dovere di corte e per rispetto di suo padre il Re aveva sempre dovuto comportarsi come un vero principe che si rispetti, esercitandosi nelle armi, facendo tornei e partecipando a tutte le stupide feste di corte. Soltanto la notte, nei suoi sogni, liberava la sua fantasia e costruiva tutte le notti il suo mondo romantico, e tutte le notti in questo mondo incontrava una bellissima principessa della quale però, cosa stranissima, non riusciva mai a vedere il volto. Ormai la principessa era diventata per lui talmente reale che Daniel contava le ore che lo separavano dalla notte per poter finalmente incontrare di nuovo la sua dolcissima principessa di cui si era perdutamente innamorato.
Passavano i giorni, passavano gli anni e Principe Daniel continuava con la sua doppia vita, giovane austero e rude di giorno, pazzamente innamorato di notte della sua Principessa senza Volto e senza Nome. In un triste giorno però il Re Padre, che tra l'altro era anche un grande e potente stregone, decise di dichiarare guerra a tutto il mondo, fece preparare il suo esercito e chiamò a comandarlo il Principe Daniel. Daniel non amava la guerra ma, per paura delle reazioni di suo padre e di quello che avrebbe pensato la gente, obbedì e, alla testa dell'esercito, partì per conquistare il mondo.

- Scusa, ma che c'entra il vischio in tutto questo ? - C'entra, c'entra ... seguimi fino alla fine, amico impaziente , e vedrai ... 
Il fortissimo esercito comandato dal Principe Daniel procedeva veloce e conquistava tutti i regni che incontrava sulla sua strada, tutti i popoli si sottomettevano a loro, la notizia del loro arrivo li precedeva e tutti i popoli scappavano per la paura o si arrendevano. E il nostro Daniel, di giorno forte guerriero, di notte continuava sempre la sua storia d'amore con la Principessa senza Volto e senza Nome. Dopo 10 lunghi anni di guerra Daniel e il suo esercito avevano conquistato tutti i regni del mondo e allora decisero di tornare a casa dove vissero felici e contenti per tutto il resto dei loro giorni. 
- E così sarebbe finita la storia ? E il vischio ?
- Quale vischio ? oh ... scusa, amico, questa è la fine di un'altra storia ... un passo indietro ...
Dopo 10 lunghi anni di guerra Daniel e il suo esercito avevano conquistato tutti i regni del mondo tranne uno. Era rimasto un solo castello nel quale si diceva regnasse una principessa buona e saggia di nome Soledoro che era amatissima dai suoi sudditi e della quale nessuno, al di fuori del suo castello, aveva mai visto il volto. L'esercito di Daniel arrivò alle porte del castello quando era quasi buio e allora il Principe, pensando al suo appuntamento notturno, decise di accamparsi per la notte e rimandare a domani la conquista dell'ultimo regno rimasto. Come tutte le notti il Principe Daniel si addormentò e cominciò a sognare. Questa volta però nel sogno c'era qualcosa di diverso e, per la prima volta in tutti quegli anni, la Principessa gli mostrò il suo volto : era un volto bellissimo, come lui non ne aveva mai visti, però sul volto della Principessa scorrevano delle grosse lacrime ed era molto triste. Allora Daniel le chiese : - perché piangi, mio dolce amore ? Oggi che per me è il giorno più bello perché finalmente vedo il tuo volto e tu sei triste ? Dimmi il perché, bella principessa, e dimmi il tuo nome, ti prego ! - Proprio a questo punto del sogno il Principe Daniel si sente scuotere e, suo malgrado, si sveglia. Era il suo generale che gli disse :- Corri, mio principe, corri ! E' uscita dal castello la Principessa Soledoro e vuole parlare con te !! - Daniel si vestì di corsa, indossò la sua armatura e usci dalla sua tenda per andare incontro alla Principessa Soledoro che stava davanti alla porta del suo castello, ma quando la vide ebbe un tuffo al cuore, che quasi gli si arrestava : guardò in faccia la principessa e, con enorme stupore, si rese conto che ...
- ma tu lo sai già, mio attento amico ! - 

... che la Principessa Soledoro era proprio la sua principessa, quella che lui sognava da una vita per tutte le notti, e sulle guance aveva le stesse lacrime e lo stesso sguardo triste del suo ultimo sogno.
- Ma io ti conosco, Principe Daniel ! Ti incontro in sogno tutte le notti! Io però conosco un principe buono e tu non lo sei, tu sei un feroce guerriero; il mio principe non ucciderebbe mai ! - disse Soledoro con la voce piangente. - Anch'io ti conosco, dolce principessa ! E ti ho sempre cercato ! Ora smetti di piangere, perché il feroce guerriero non esiste più, è morto quando ha visto i tuoi occhi stupendi ! - detto questo, Daniel chiamò il suo generale, gli disse che non ci sarebbero state più guerre e gli ordinò di tornare a casa con tutto il suo esercito e comunicare al Re Padre la sua decisione e la sua intenzione di sposare la Principessa Soledoro. Allora il generale con il suo grande esercito partì e il Principe Daniel entrò nel castello insieme alla sua principessa e subito i castellani cominciarono una grande festa, con canti balli e fuochi d'artificio, cominciarono i preparativi per le nozze e ... da allora vissero tutti felici e contenti per il resto dei loro giorni.

- Bravo, questo finale va' un po' meglio ! Però spiegami una cosa, che c'entra il vischio ?

- Il vischio ? Quale vischio ? hai detto che questo finale va' bene, no ? non ti basta ?
- Mi stai imbrogliando ! Voglio sentire tutta la storia, continua !

- Ma forse è meglio che finisca qui, non credi ?
- No, dai, vai avanti fino alla fine, ti prego !ù

- Va bene, ti accontento, però l'hai voluto tu ! Dove eravamo rimasti ? ah, si, ecco ...
I festeggiamenti al castello della Principessa Soledoro andarono avanti per giorni e giorni e i preparativi per le nozze lo stesso e nel frattempo, il generale di Daniel con il suo esercito ritornarono al castello del Re Padre. Quando il Re Padre vide l'esercito tornare senza Daniel chiese spiegazioni al generale e lui, prima un po' titubante e poi con voce sempre più sicura, gli raccontò tutta la storia e gli comunicò le decisioni di suo figlio. Al termine del racconto il Re, sempre più scuro in volto e più arrabbiato, urlò tantissimo e imprecò contro il figlio che aveva disobbedito ai suoi ordini. Dalla gran rabbia il Re Padre si ammalò così gravemente che stava per morire ma prima di farlo (ti ricordi che era un grande stregone ?)
lanciò un maleficio tremendo sui due innamorati. 

 All'improvviso, nello stesso istante, nel castello della Principessa Soledoro tutto cominciò a tremare, il cielo diventò nero come la pece e tutto e tutti cominciarono a trasformarsi : tutti i castellani diventarono piante e il castello sparì. Piano piano il cielo cominciò a tornare normale ma sulla terra nulla era più come prima, al posto del castello c'era soltanto una enorme foresta e al centro di questa, in una piccola radura, due alberi da soli, uno di fronte all'altro, una grande quercia ed una pianta di vischio : erano Soledoro e Daniel, così trasformati dal maleficio del Re Padre. 
Il dolore dei due innamorati era immenso, indescrivibile, si trovavano uno di fronte all'altra senza potersi toccare per l'eternità. Il loro dolore era così grande e forte che i rami della quercia cominciarono a lacrimare, sempre più forte, e le lacrime caddero sui rami del vischio e qui si indurirono fino a diventare tante piccole perle. L'eco di questo dolore arrivò nel profondo della terra, fino al regno di Madre Natura la quale, impietosita dalla storia di Daniel e Soledoro, cercò di fare qualcosa. Il maleficio del Re Padre era troppo potente e lei non poteva annullarlo, però poteva renderlo meno crudele .
Madre Natura allora, piano piano, restrinse la terra che separava i due alberi fino a che i rami cominciarono a toccarsi, prima appena appena, e poi sempre di più. Ma l'amore dei due era troppo forte che a quel punto il vischio si attaccò completamente ai rami della quercia e li avvolse nei suoi, fino a diventare una sola pianta ed è da allora che il vischio può vivere soltanto abbracciato ad un'altra pianta e muore se da questa viene staccato. E ogni cento anni, da allora, nella notte di San Valentino i due alberi ritornano a vivere e per una notte, e solo per quella, Daniel e Soledoro grazie a Madre Natura possono amarsi di quell'amore senza fine e senza tempo che non morirà mai.


- Ti saluto, amico mio, la mia storia è finita sul serio, ed è quasi l'alba ... 
- Non te ne andare, raccontami un altra storia bella come questa, ti prego !
- Non posso, il mio tempo è finito ...  
- Daniel, corri ! E' ora di andare, sta per spuntare il sole ...
- Arrivo, Soledoro, stavo salutando il mio piccolo amico, arrivo subito ...  
- Vieni Daniel, ti aspetto ...

- Svegliati pigrone, è ora di andare a scuola, forza !
- Mamma, mamma, stanotte ho fatto un sogno bellissimo, parlava di ...

- Corri che è tardi, devi prepararti ... ehi ! dove hai preso questo rametto di vischio che stà sul tuo comodino ? Ieri sera non c'era ...
- Non ci crederai mai, mamma ... è solo il regalo di un amico .....

venerdì 13 giugno 2008

Er Nonnetto (by Pasquino)

... Il caro amico Pasquino, che cerca di parlare di ciò che ci circonda con le sue ironiche e spesso amare rime, e stavolta ha deciso di affrontare alla sua maniera, un problema molto serio, quello degli anziani abbandonati negli ospizi ...

I nomi delle persone e dei posti sono inventati, ma la situazione è vera, una delle tante, forse delle troppe che ci sono in giro, in questa nostra società cosidetta "civile", che invece spesso è molto meno civile di quelle che noi pomposamente chiamiamo "barbare", dalle quali tanto dovremmo imparare ...

ER NONNETTO

Pe' annà a trovà n'amico, er Sor Ernesto,
davanti a 'n gran portone so' arrivato,
"Villa Serena" c'era scritto, è questo,
'l portone edera aperto e io so' entrato.

Na' monichella, anziana e rattoppata,
me vene 'ncontro proprio sull'androne,
"cerco n'amico, Ernesto Pietralata",
"è quello, Sor Pasqui', 'n fonno ar salone".

Ernesto, sae, l'amico mio der core,
c'ha novant'anni e puro i beni ar sole,
tanti parenti, nipoti, fijj e nore,
ma è vecchio, 'mpiccia e ormai nisun lo vole.

J'ha dato tutto, case, robba e amore,
tutta la vita sua j'ha dedicato,
mo' però e vecchio, e cor pelo ner core,
drento a 'st'ospizio ar volo l'han buttato.

Adesso è llì, co' 'n peso drento ar petto,
coll'occhio triste, pensa ar nipotino,
che unn'ha mai visto, er più piccoletto,
quant'è cresciuto ? Dimmelo, Pasquino !

Amaramente, e con un groppo in gola, un saluto da Paquino :'(


sabato 7 giugno 2008

L'Ultimo Anello ... Venti anni dopo ...

- Elen síla lúmenn' omentielvo, Gandalf …
mornië arantië, a sin nauva tenn' Ambar-metta …
Isildurion ná 'haran Minas Thirito, i Métima Corma ná varna …

- Elen síla lúmenn' omentielvo, Elrond, Cheru Eldaron …
úner ista hirssë i Métima Corma …
i sere nauva Endorenna …

… Venti anni dopo …

Tanto tempo è passato dalla partenza di Frodo Baggins con la nave elfica di Re Elrond, e la vita nella Contea scorre tranquilla. La storia dell'Anello e la cacciata di Saruman dalla Contea vivono ormai soltanto nelle ballate che gli Hobbit cantano ai tavoli delle taverne di Hobbitville, davanti ad enormi boccali di birra. Le stagioni si susseguono, sempre uguali, i raccolti sono ottimi tutti gli anni. Sam Gamgee vive con la sua famiglia nella casa lasciatagli da Frodo, con una nidiata di bambini, e ogni sera si incontra alla taverna con Pipino Tuc e Merry Brandybuck per ridere e scherzare, ricordando ogni tanto l'amico che ora non c'è più, con la curiosità di sapere cosa stesse facendo ora ...

Dalla fortezza di Minas Thirit il Re Aragorn e la Regina Arwen governano il Regno di Gondor con saggezza e bontà, e nella Terra di Mezzo la gente ha dimenticato il rumore della guerra, le uniche lame che vengono usate sono quelle delle falci per mietere gli sterminati campi di grano che coprono la pianura di Gondor. Il Re e la Regina hanno avuto due figli, gemelli, un maschio e una femmina. Arathorn, che succederà al padre con il nome di Arathorn III, forte e coraggioso come suo padre è già diventato uno spadaccino provetto e, grazie agli insegnamenti del suo padrino Legolas, anche il miglior tiratore di arco elfico. Elvewien, bellissima come sua madre, nata con il dono della profezia, continua a migliorare le sue doti con l'aiuto della Regina Galadriel, che ha lasciato da tempo LothLorien per aiutare con le sue arti divinatorie la nipote Arwen ...

Nel Regno di Rohan la Regina Eowyn, insieme al marito Re Faramir, guida il suo popolo con altrettanta saggezza, continuando nel cammino avviato da suo zio il Re Theoden. L'unico figlio dei reali di Rohan, chiamato Theoden per onorare il grande Re, eccelle nella spada e cavalca in maniera incredibile, proprio come suo padre quando era alla guida dei Cavalieri Raminghi. Anche nel Regno di Rohan la guerra, che così sanguinosa e piena di lutti era stata per tutto il popolo, è rimasta soltanto un lontano e flebile ricordo ...

Una volta l'anno, nel giorno dell'anniversario della vittoria sulle forze di Sauron, i due Re, con i loro dignitari e comandanti, si riuniscono a Minas Thirit per festeggiamenti solenni che durano per giorni, con canti e balli per giorno e notte, e in quella occasione i cantori dei due regni fanno a gara per comporre le opere più belle e tramandare a perenne memoria la Grande Vittoria sulle forze del Male ...

Era questo il tempo della Grande Festa, mancavano soltanto due giorni all'anniversario e la carovana proveniente da Rohan era già in viaggio verso Minas Thirit. Anche al Palazzo dei Reali di Gondor i preparativi erano in pieno fermento, migliaia di cuochi che preparavano la lista dei cibi da reperire per la festa, servitori indaffarati a preparare l'enorme tavolo sulla spianata della Rocca di Minas Thirit dove, per una settimana intera si sarebbe svolta la festa ...

Migliaia e migliaia di contadini e mercanti entravano dalle porte della Fortezza, in quei giorni ci sarebbe stato cibo e vino a volontà per tutti, e la gente sarebbe stata più propensa ad acquistare le cianfrusaglie dei mercanti. In mezzo a loro, nascosto da un nero mantello, con un cappuccio che copriva anche la testa, uno strano personaggio, silenzioso in mezzo alla folla vociante, alto almeno una spanna in più degli altri e con una andatura caracollante. Lo strano individuo seguì la marea umana che si muoveva, ma giunto all'altezza della porta che dava nella sala del Consiglio Reale, dove Re Aragorn era solito ricevere i suoi sudditi ed ascoltare le loro richieste, con uno scatto improvviso si staccò dal gruppo ed entrò ...

Era passata circa mezzora dalla sua entrata nella sala, quando improvvisamente si udirono urla fortissime, e soldati che correvano da tutte le parti. Qualcosa di grosso era successo ed anche la Regina Arwen si avviò di corsa verso il luogo da cui venivano le grida, ed entrata nella sala, vide quello che mai avrebbe voluto vedere :

Al centro della sala, riverso sul trono in un lago di sangue, Re Aragorn con al centro del petto conficcato un pugnale di forma insolita, con sopra il manico un triangolo che al centro racchiudeva un occhio : il simbolo di Sauron, Signore del Male. Al suo fianco, in terra, la sua spada dalla quale mai si separava con il pomo spezzato, e all'interno di questo una cavità di una forma particolare … si, proprio una forma che poteva contenere un anello …

Nota dell'autore : il dialogo all'inizio è in Quenya, il linguaggio dei Nobili Elfi creato da Tolkien, e la sua traduzione suona più o meno così :

Una stella brilla sull'ora del nostro incontro, Gandalf …
la tenebra è caduta, e così sarà fino alla fine del mondo …
l'erede di Isildur è re di Minas Thirit, l'Ultimo Anello è al sicuro …

Una stella brilla sull'ora del nostro incontro, Elrond, Signore degli Elfi …
nessuno sa dove si trova l'Ultimo Anello …
la pace sarà sulla Terra di Mezzo …

sabato 31 maggio 2008

Figlia mia ...

... Benvenuto figlio mio, o forse figlia, non so ancora come chiamarti ... eppure qualcosa mi dice che sei femmina, come me, lo sento ...

... E' soltanto un ritardo di pochi giorni, ma io ho sempre avuto le mie cose regolari, come un orologio, so già che ci sei, sei con me, sei già parte di me figlia mia ...

... La prima cosa che ho pensato è stata quella di buttarti via, sono troppo giovane per avere una figlia, devo finire la scuola, i miei genitori mi ammazzeranno di botte ... o forse no, forse ti ameranno come già ti amo io ... non posso decidere per te, il mondo nel quale arriverai è brutto, lo so, ma chi sono io per decidere per te, ti aspetterò, e cresceremo insieme, potrò essere per te come una sorella più grande, la tua migliore amica ...

... Quando nascerai potrai conoscere anche tuo padre, lo sai ? Anche se io non so ancora bene chi è, ma sicuramente uno di loro tre, sono gli unici con cui ho giocato, e gliel'ho già detto, ne dobbiamo parlare per bene, ma sono sicura che ti accetteranno come ho già fatto io, cosa c'è di più bello di avere una figlia, la nostra età non conta, avrai due genitori giovanissimi, pensa che bello che sarà, figlia mia ...

... Stamani, a scuola, abbiamo parlato ancora, gli ho ripetuto che uno di loro è il tuo papà, che devono accettarlo, e che io dovrò dire molto presto ai miei quello che è successo, non so come la prenderanno, forse ci vorrà una fuitina per fargli accettare la cosa, ma l'importante è che tu avrai un papà oltre che una mamma, un papà che sicuramente ti vorrà bene come te ne voglio io, figlia mia ...

... Finalmente, D. mi ha appena chiamato, oggi ci vedremo, tutti e quattro al vecchio casolare dei nostri giochi, dove sicuramente sei stata concepita tu ... Non è bello il casolare, è vecchio e abbandonato, ma tante volte lì abbiamo giocato, e forse anche oggi giocheremo ancora ... Ma oggi finalmente decideremo insieme del tuo futuro, uno di loro sarà tuo padre, io gli voglio bene a tutti e tre, forse non è ancora amore ma, grazie a te, sono sicura che lo diventerà ... E insieme ti cresceremo, ti vorremo bene, ti guideremo nei tuoi passi lungo il cammino della vita ... In fondo io ho solo 14 anni, amo la vita, e tanto ancora da vivere davanti a me, insieme a te, e insieme a lui, figlia mia ...

... Oggi, nel casolare, tutto sarà più chiaro, figlia mia ...


lunedì 19 maggio 2008

Questo è il mio blog !

Ciao a te, solitario viaggiatore o viaggiatrice che arrivi fino qui , benvenuto/a tra le pagine di uno squinternato sognatore dalla penna facile ...

Qui troverai tutto o niente, quello che vorrai trovare, e a volte anche quello che non vorresti leggere ...
Parole in libertà, sogni, realtà, pezzi di me, di te, degli altri ...

Questo blog non avrà una cadenza fissa, niente di programmato o programmabile ... passa ogni tanto, se vuoi, e riposa la tua mente tra i girotondi di parole che qui troverai, falle tue se vuoi, sono solo scarabocchi impazziti per riempire il vuoto di una pagina bianca ... non mi piace il bianco, è vuoto ... ;-)